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Riuso transitorio e rigenerazione urbana

Consideriamo l’urbanismo transitorio una innovazione necessaria del modo di fare-città in un’epoca in cui la priorità attribuita alla rigenerazione urbana, spinge verso la ricerca di modelli di riuso capaci di generare impatti sociali, culturali ed economici tangibili.

 

 

Una strategia per il riuso temporaneo

 

Le città sono, e continuano a essere, “piene di vuoti”: spazi non più utilizzati, edifici abbandonati, patrimonio storico in deterioramento, rappresentano insieme il problema e l’opportunità per il rilancio del Paese e lo sviluppo del territorio, a condizione di saperne valorizzare appieno il potenziale. 

In questi anni la progressiva affermazione del tema del riuso temporaneo degli spazi inutilizzati è andata di pari passo con la crescente percezione dell’incapacità degli strumenti dell’urbanistica di attivare in tempi brevi dinamiche capaci di fornire risposte alle esigenze delle comunità mettendo a valore le risorse già in campo.
Ma approcci più flessibili e soluzioni leggere per il riuso del patrimonio possono diventare strumenti essenziali di un nuovo modo di fare pianificazione, soltanto se vengono utilizzati in una prospettiva strategica, senza perdere di vista cioè la visione di ampio respiro e gli obiettivi di lungo periodo.
Altrimenti il riuso temporaneo rischia di essere semplice soluzione effimera, sganciata da reali possibilità di incidere sulla rigenerazione dei territori.

 

Urbanismo transitorio: sperimentazione e gestione del processo

 

Oltre ad essere disegnato nei piani urbanistici, quindi, il futuro delle città può e deve essere anche perseguito concretamente, attraverso la messa alla prova degli spazi rimasti inutilizzati per ospitare attività e funzioni in una logica sperimentale.

In fin dei conti, nuove destinazioni e usi alternativi possono soltanto raramente essere previsti e definiti “a tavolino”. Da questo punto di vista i city-makers contemporanei sono nello spettro variegato di attori sociali, culturali ed economici, portatori di punti di vista e interessi differenti, che si rendono protagonisti di iniziative volte a “testare” il riuso del patrimonio per organizzare nuove risposte alle esigenze delle comunità.

L’organizzazione di queste esperienze di sperimentazione e il governo del processo volto a generare e gestire gli impatti più estesi delle azioni messe in atto, costituiscono l’essenza dell’approccio dell’urbanismo transitorio.
Apprendendo in corso d’opera e cimentandosi con la scalabilità dei modelli rivelatisi più efficaci, si pratica una “transizione adattiva e progressiva” verso nuove soluzioni, che in quanto tale si configura come processo “creativo”.

 

Sulla scia dell’esperienza francese

 

Nell’ultimo decennio in Francia, con un certo anticipo sul resto del mondo, attorno all’urbanisme transitoire si è andato strutturando un vero e proprio nuovo settore di intervento, capace di catalizzare risorse e attenzioni da parte di molteplici componenti della società.

In molte città, tramite specifici bandi e iniziative pilota, amministrazioni pubbliche e privati proprietari hanno messo a disposizione a condizioni agevolate una porzione del patrimonio inutilizzato, con l’obiettivo di innescare processi virtuosi capaci di incidere sulle prospettive e le scelte di riconversione della restante parte del patrimonio e in generale di impattare sul territorio limitrofo.

A questo scopo hanno promosso il coinvolgimento del terzo settore e delle comunità locali nella attivazione provvisoria all’interno di questi spazi di attività culturali, sociali ed economiche, e nella gestione del processo di adattamento e sperimentazione in dipendenza dei test effettuati e delle connessioni e sinergie nel frattempo emerse con altri possibili interventi di riuso.

La valutazione del risultato generato da queste esperienze insieme alla loro rapida ed estesa diffusione, hanno dato ampiamente ragione di questa intenzione, inducendo il consolidamento di metodi e modelli progettuali e lo sviluppo di specifiche professionalità a supporto di questa traiettoria di lavoro nelle città. 

 

Urbanismo transitorio: la prima occasione in Italia

 

Il nuovo bando Spazi in trasformazione promosso da Fondazione Cariplo con il supporto tecnico di KCity, rappresenta il primo tentativo di adottare un analogo approccio anche in Italia.

In particolare l’intenzione è quella di scommettere sul ruolo strategico delle funzioni e delle attività culturali – già spesso al centro di iniziative estemporanee di riuso temporaneo – per innescare dinamiche di valorizzazione e rigenerazione del patrimonio condivise con la comunità.

Obiettivo del bando è quello di sostenere l’attivazione all’interno di edifici in disuso o sottoutilizzati di laboratori di sperimentazione che, attraverso la destinazione di alcuni spazi a funzioni prioritariamente culturali, sappiano testare prospettive di trasformazione complessiva, capaci di incidere sul contesto più allargato e coinvolgere nuovi attori.

A questo scopo metteremo a valore gli oltre 10 anni di esperienza maturata da KCity nel design strategico della rigenerazione urbana a impatto sociale e approfitteremo della collaborazione recentemente avviata con i nostri partner francesi de l’Institut Paris Region e di Plateau Urbain.
Ci faremo carico di curare l’adattamento al contesto italiano dei metodi e delle tecniche sperimentate in Francia e di supportare tutti gli enti e le organizzazioni che parteciperanno al bando a impostare le loro strategie progettuali, oltre che poi di accompagnare, quelli selezionati, nella loro attuazione.

Siamo orgogliosi di essere stati coinvolti in questa iniziativa, tramite cui speriamo di contribuire ad aprire una nuova stagione di sperimentazioni e approcci innovativi alla rigenerazione urbana, capace di rispondere agli obiettivi di infrastrutturazione sociale del territorio previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza post pandemico (PNRR).

Qui trovate la pagina dedicata al percorso formativo che abbiamo progettato e che Fondazione Cariplo mette a disposizione degli enti che decideranno di aderire al bando “Spazi in trasformazione” https://bit.ly/3xvPuoK